giovedì 5 dicembre 2013

7.PSICOLOGIA CLINICA: DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA'

Il disturbo Borderline di personalità è uno dei problemi più frequenti tra gli adolescenti e difficile anche da riconoscere, poiché può essere transitorio e presenta comportamenti simili all’adolescenza.
A metà tra la nevrosi e la psicosi, il disturbo Borderline è tipico di pazienti con personalità che funzionano al “limite” della psicosi, pur non giungendo agli estremi di vere e proprie patologie o malattie gravi.
Tale definizione è provvisoria, solo nel 1990 Zanarini e Gunderson, basandosi su criteri diagnostici descrittivi, la perfezionano e individuano i tratti distintivi del disturbo.

Questa patologia, i cui sintomi sono la disgregazione emozionale e l’instabilità del soggetto, si presenta attraverso la tendenza a perdere contatto con la realtà; automutilazioni (tagli o bruciature); tentativi di suicidio; timore dell’abbandono; intenso bisogno e ricerca dell’altro, alternato a comportamenti arroganti o sprezzanti.
La persona affetta dal disturbo Borderline possiede spesso un vissuto emozionale eccessivo e variabile, inoltre è molto instabile per quanto riguarda la ricerca della propria identità. I soggetti soffrono anche di crolli della fiducia in sé stessi e dell’umore e di momenti depressivi acuti, ma abbastanza brevi.

Comune fra tutti gli individui con personalità Borderline è la tendenza all’oscillazione del giudizio tra polarità opposte, ovvero si passa da “bianco” a “nero”, da “amore” a “odio”, da “certamente” a “assolutamente no”. L’individuo non è cosciente di questa sua instabilità, in quanto è messa principalmente in atto come meccanismo di difesa, anche piuttosto primitivo.