Il
disturbo Borderline di personalità è uno dei problemi più
frequenti tra gli adolescenti e difficile anche da riconoscere,
poiché può essere transitorio e presenta comportamenti simili
all’adolescenza.
A
metà tra la nevrosi e la psicosi, il disturbo Borderline è tipico
di pazienti con personalità che funzionano al “limite” della
psicosi, pur non giungendo agli estremi di vere e proprie patologie o
malattie gravi.
Tale
definizione è provvisoria, solo nel 1990 Zanarini e Gunderson,
basandosi su criteri diagnostici descrittivi, la perfezionano e
individuano i tratti distintivi del disturbo.
Questa
patologia, i cui sintomi sono la disgregazione emozionale e
l’instabilità del soggetto, si presenta attraverso la tendenza a
perdere contatto con la realtà; automutilazioni (tagli o
bruciature); tentativi di suicidio; timore dell’abbandono; intenso
bisogno e ricerca dell’altro, alternato a comportamenti arroganti o
sprezzanti.
La
persona affetta dal disturbo Borderline possiede spesso un vissuto
emozionale eccessivo e variabile, inoltre è molto instabile per
quanto riguarda la ricerca della propria identità. I soggetti
soffrono anche di crolli della fiducia in sé stessi e dell’umore e
di momenti depressivi acuti, ma abbastanza brevi.
Comune
fra tutti gli individui con personalità Borderline è la tendenza
all’oscillazione del giudizio tra polarità opposte, ovvero si
passa da “bianco” a “nero”, da “amore” a “odio”, da
“certamente” a “assolutamente no”. L’individuo non è
cosciente di questa sua instabilità, in quanto è messa
principalmente in atto come meccanismo di difesa, anche piuttosto
primitivo.