venerdì 26 dicembre 2014

1.PSICOLOGIA DELL' EDUCAZIONE: ORIGINI

La psicologia dell’educazione rappresenta un’area della psicologia ben definita, che si occupa degli aspetti psicologici dei processi e delle attività educative, con impostazioni e metodi propri e con una chiara posizione disciplinare, sia nell'ambito della psicologia sia nel quadro più vasto delle scienze dell’educazione e più in generale di quelle storico-sociali e dell’uomo.


Edouard Claparède (1873-1940), insegnò psicologia sperimentale a Ginevra, appartiene alla corrente del funzionalismo, la quale sostiene che la mente ha un valore funzionale tra individuo e ambiente, per permettere all'individuo di adattarsi al mondo e vivere. È importante quindi potenziare le capacità di riuscire a rapportarsi in modo efficace alla realtà. L’obiettivo dell'educazione non può più essere quello di trasmettere specifici contenuti o modellare i comportamenti secondo determinati schemi.
Contano l’inclinazione, la disponibilità a pensare e il modo di pensare più che le nozioni o raggiungere specifici apprendimenti. La mente degli studenti è uno strumento di vita e va rispettata, inoltre occorre seguire i bisogni e gli interessi dei ragazzi.


Edward Lee Thorndike ( 1874- 1949) nella storia della psicologia è estemamente importante anche perché ha fondato la psicologia dell’educazione, dedicandovi il resto della sua vita. A lui dobbiamo la denominazione di “educational psychology”, la prima delimitazione del campo e il fatto che la disciplina sia stata accreditata a livello istituzionale e accademico.
Thorndike lavorò a estendere i principi scoperti, nella sperimentazione animale, ai soggetti umani e in particolare ai bambini e adolescenti; cercò di formulare consigli utili per gli insegnanti, di trarre dalla sua teoria dell’apprendimento suggerimenti applicativi in ambito scolastico; formulò la legge dell’effetto per cui i ragazzi tendono a ripetere le azioni per cui sono premiati. Thorndike media tra la teoria psicologica e la pratica scolastica sforzandosi di calare le leggi dell’apprendimento nel contesto. Insiste sull'importanza della chiarezza della comunicazione tra insegnante e allievo, sulla chiarezza delle consegne e su cosa sia un errore e che cosa sia desiderabile.
Scoprì l'effetto alone: la distorsione di giudizio per cui gli insegnanti tendono a considerare un allievo positivo in tutto o al contrario negativo in tutto.

Con il termine Learning Theory si designa solitamente un filone di studi psicopedagogici, che ha dominato specie negli USA, fino alla metà del XX secolo, sviluppandosi a partire del lavoro di Thorndike. Il maggiore esponente di questa teoria è B.F.Skinner, che introduce il condizionamento operante per il controllo su basi scientifiche del comportamento e della vita umana. L’educazione è vista come controllo sociale destinata quindi a produrre negli individui comportamenti desiderabili che generano una società civile e felice. La “learning theory” prevede l’apprendimento di abilità per rinforzo, la scomposizione degli apprendimenti complessi in sequenze semplici e che il ruolo dell'insegnante sia solo di creare un ambiente favorevole.
Secondo Skinner l'analisi della scuola, in base alla scienza del comportamento, indica che oggi è necessario incentivare i ragazzi presentando lo studio in maniera piacevole e attraente. Le punizioni sono chiaramente sconsigliabili per gli effetti negativi ormai noti da tempo nell'esperienza scolastica.