venerdì 26 dicembre 2014

10. PSICOLOGIA CLINICA: L' IPNOSI


Il termine ipnosi, dal greco “sonno”, fu introdotto da James Braid nella prima metà del 1800, per le somiglianze che sembravano esserci tra le manifestazioni del sonno fisiologico e quelle che si avevano in quella condizione particolare.
Oggi sappiamo che il sonno non ha nulla a che fare con l'ipnosi. Essa è infatti un fenomeno psicosomatico, cioè che coinvolge sia la dimensione fisica che quella psicologica del soggetto, apportando modifiche anche a livello comportamentale.
Una delle prime definizioni su base scientifica, venne fornita da Erickson, il quale la definì come un tipo molto particolare di comportamento complesso e insolito che può essere sviluppata da tutte le persone. Secondo i suoi studi, la persona non solo mantiene la capacità di usare la volontà e la ragione, ma dimostra anche di essere meno manipolabile, al punto che non è in alcun modo possibile costringerla ad agire contro il suo volere.

Diversi furono i testi scritti da tale scrittore riguardanti l'ipnosi. In seguito alle affermazioni e agli studi di Erickson, molti studiosi si occuparono del fenomeno, formulando teorie che spaziavano dalla possessione diabolica, pratiche magiche, nevrosi, sino a parlare addirittura di suggestione.
Le fonti più remote corrispondono ad alcune incisioni egizie raffiguranti una seduta ipnotica. Attraverso altre testimonianze, si è risaliti al fatto che molte antiche civiltà usassero l'ipnosi in ambito terapeutico. Ad oggi sono numerose le potenzialità di tale pratica utilizzate in ambito medico.

Il soggetto in ipnosi risulta in grado di modificare i suoi parametri fisiologici, come il battito cardiaco, la respirazione ecc..; può inoltre modificare i significati di esperienze passate e ricordare quelle remote. La persona per mezzo dell'ipnosi è in grado di ampliare e ridimensionare le proprie emozioni.
Per quanto riguarda lo svolgimento della terapia, l'ipnotista, deve esser in grado di valutare la costituzione psicofisica del soggetto da trattare.

Esistono diversi tipi di terapie ipnotiche:
-l'ipnoterapia, la quale viene utilizzata da molti specialisti, quali psichiatri e psicoterapeuti, per intervenire sulle nevrosi o sulle dipendenze (alcol..), sui disturbi sessuali e alimentari; gli ostetrici e i ginecologi nella preparazione ai parti; gli anestetici e gli odontoiatri nel controllo del dolore, nella preparazione agli interventi chirurgici, ma anche gli oncologi nelle diverse fasi della malattia, inducendo calma e incoraggiamento.

-l'ipnosi extraclinica che si occupa di rafforzare la personalità, di motivare lo studio, di controllare ansia e fatica sportiva. È inoltre utilizzata per scopi militari, nei programmi spaziali e nello studio di fenomeni paranormali.

-l'autoipnosi, cioè la realizzazione dello stato ipnotico su se stessi, atta a controllare ansia e a correggere comportamenti inadeguati, come mantenere una dieta ecc..

Secondo molti studiosi le esperienze che un soggetto è sollecitato a ricordare, sono frutto di fantasia o di ricordi vaghi. Per tale motivo, sul piano giuridico, testimonianze ottenute tramite ipnosi, non han valore. Di questo parere è anche Piero Angela che, insieme al suo collaboratore, ha messo in dubbio nel suo libro “viaggi nella scienza”, l'efficacia dell'ipnosi, dimostrando che le cose ricordate come reali, sono solo intensamente immaginate.


Nonostante l'ipnosi non sia molto conosciuta e applicata in Italia, è comunque legittimata nel principio della libertà terapeutica e dovrebbe essere praticata solamente da professionisti, in caso contrario è punita dall'articolo 348 del codice penale. Sono oltre sì punibili le persone che inducono ad un atto illegittimo il soggetto sotto ipnosi.
In seguito a questa ricerca possiamo dunque affermare con certezza che l'ipnosi è una tecnica che è stata molto sfruttata nel corso della storia anche se non è ancora del tutto possibile definire il suo grado di verità, in quanto i pareri degli studiosi, son tra loro ancora discordanti.