Nel
periodo infantile si possono verificare disturbi che compromettono la
capacità di relazione e socializzazione; spesso compaiono insieme al
ritardo mentale.
Tra
le forme più gravi possiamo ricordare l’autismo infantile,
che si manifesta in modo evidente nei primi tre anni di vita.
La
sua incidenza è di circa 15 casi ogni 10mila nati. La sua
individuazione risale allo psichiatra Leo Kanner. Il termine
è stato coniato nel Novecento per connotare un soggetto ripiegato su
se stesso, vistosamente asociale.
Non
se ne conosce a sufficienza l’origine, su cui probabilmente
influiscono fattori diversi, da quello genetico a quello
ambientale. C’è chi ad esempio riconduce la causa ad un
cattivo rapporto con i genitori (la madre soprattutto) e chi invece
lo collega ad un problema organico, quello dell’intolleranza
alimentare (in particolare al glutine).
Per
quanto riguarda la sintomatologia, il soggetto affetto da autismo:
- Esprime una forte sofferenza sul piano relazionale
- Guarda l’interlocutore come se non ci fosse
- Non è in grado di sperimentare condivisioni (materiali e di esperienze) con gli altri
- Manifesta ritardo soprattutto nel linguaggio, che risulta povero e ripetitivo
- Rifiuta il contatto fisico
- Può manifestare atteggiamenti violenti
In
età avanzata si manifesta una “ritualità”: consiste in
un movimento pendolare, cioè oscillatorio, che si conclude
soltanto con l’urto dei sistemi protettivi. Ma il segnale
più vistoso è la crescente apatia del soggetto autistico,
che desidera evitare ogni cambiamento nel suo stile e nel suo
ambiente di vita.
Diventato
adulto, in certi casi e se opportunamente accompagnato da figure
terapeutiche, può arrivare a condurre una vita autonoma. Le terapie
o gli interventi, di tipo medico ed educativo/comportamentale,
vengono scelti in base ai sintomi specifici che l’individuo
manifesta. L'autismo è trattabile ed è importante iniziare
in fase precoce; si inizia con stimoli artificiali, rinforzi, per
indurre comportamenti accettabili o ridurre quelli autolesivi e
ripetitivi. Trattando ogni errore del sistema metabolico è possibile
un cambio graduale e un miglioramento delle condizioni di salute e
del comportamento. Non esistono farmaci che agiscono sul
nucleo essenziale del disturbo. Si ricorre agli antipsicotici
per ridurre i comportamenti ossessivi e aggressivi.