- Una distinzione difficile
La
distinzione tra normalità e patologia è stata oggetto di analisi e
discussioni, perché non è affatto scontata come sembra e risulta difficile ed
incerta anche per i clinici.
Il
problema del criterio
Varie
ricerche hanno dimostrato che psichiatri e psicologi clinici non
concordano a sufficienza nei giudizi di normalità. Per stabilire
che cosa è normale e che cosa è patologico ci si può basare su vari criteri che risultano però inadeguati per le ragioni che di seguito esporremo:
Criterio
statistico: è da considerarsi anormale ciò che è raro. Questo
criterio si scontra con il fatto che ci sono manifestazioni
sicuramente patologiche molto diffuse ( come l'ansia) ma che non
vengono considerate propriamente malattie. Inoltre ci sono
prestazioni e comportamenti rari, ma segno di eccellenza (come avere
un Q.I. di 150).
Criterio
socio-culturale: è malato l’individuo disadattato. Una
persona è sana se si conforma alle norme della sua società e della
sua cultura. Il difetto di questo criterio è quello di confondere
la malattia con forme di diversità (devianza, ribellione ad un
sistema oppressivo, etc.) che non hanno nulla a che fare con la
patologia.
Criterio
personale: fa riferimento alla sofferenza individuale e quindi è
poco affidabile, dato che molte persone con patologie gravi
rifiutano di curarsi o di considerarsi in difficoltà.
Criterio
professionale: si basa sulla diagnosi di esperti, ma nemmeno
questo è affidabile perché spesso non c’è uniformità di
giudizio.
Criterio
utopico: stare in salute significa vivere in modo ottimale.
Allora saremmo tutti in qualche modo malati.
Il manuale viene diffusamente usato in tutto il mondo come guida alla diagnostica clinica. Espone sintomi, sviluppi e caratteri dei vari disordini mentali. Si tratta di un manuale che raccoglie attualmente più di 370 disturbi mentali, descrivendoli in base alla prevalenza di determinati sintomi (per lo più quelli osservabili nel comportamento dell'individuo, ma non mancano riferimenti alla struttura dell'io e della personalità).
2. Il
problema del confine tra malattia e salute
Probabilmente
c'è una continuità tra normalità e patologia poiché possono
avvicendarsi nella storia di una persona più facilmente di quanto si
creda.
Quindi
tra normalità e patologia non c’è una separazione netta, ma
continuità. Esistono, inoltre, una serie di stati intermedi non
propriamente normali, né patologici (piccole sofferenze,
disadattamenti, etc.)
3. Il
problema della consistenza delle malattie mentali
Alcuni
studiosi hanno messo in discussione l’idea di malattia mentale
(antipsichiatria). Secondo questi studiosi, la visone tradizionale
della malattia mentale porta a non considerare gli aspetti della vita
sociale, affettiva, comunicativa del soggetto e quindi porta ad una
incomprensione della patologia.