sabato 22 dicembre 2012

3.LA PSICOLOGIA SOCIALE: I BIASES

I nostri ragionamenti sociali sono ricchi di distorsioni ed errori detti Biases.
I Biases sono molto diffusi, ma sono utili per la
stabilità del sapere. Se cambiassimo idea ad ogni evidenza contraria, passeremmo la maggior parte del tempo a modificare le nostre convinzioni.
I fattori che portano a falsare sono:
1. la Parzialità: accomodiamo le cose secondo le nostre esigenze e i nostri interessi
(non siamo imparziali nei nostri giudizi e tendiamo a favorire noi stessi o il nostro gruppo);

2. il Bisogno di Coerenza: formiamo quadri mentali coerenti, razionalizzando a
posteriori i nostri comportamenti e i fatti per renderli coerenti; in questo modo
salviamo la nostra autostima; se ad esempio abbiamo copiato ad un esame, ci giustifichiamo dicendo che era troppo difficile o che siete stato obbligato, dato che tutti lo facevano; in questo modo non ci consideriamo degli imbroglioni.

3. l’Influenza del Contesto Socio-culturale: i media e i gruppi sociali producono e
diffondono concezioni distorte, ma molto persuasive perché diventano largamente
condivise; essendo largamente condivise diventano “per forza” vere.

4. l’Euristica Cognitiva: grazie ai pochi dati disponibili e utilizzando i prototipi a
disposizione, arriviamo a certe conclusioni. Generalmente, malgrado evidenze
contrarie, cerchiamo di non modificare le nostre idee. Ci limitiamo a giudicare dalle apparenze o dalle poche informazioni a disposizione, come il nome o la nazionalità di una persona per farci un' idea su come sia in realtà.

I biases più frequenti sono i seguenti:
1. la correlazione illusoria: associamo due variabili non associate; ad esempio il raffreddore è generalmente collegato al freddo, invece è prodotto da virus, indipendentemente dal freddo. Si sviluppa maggiormente in inverno perchè la gente tende a stare in luoghi chiusi e mal areati e si contagia uno con l'altro.
2. l’errore fondamentale: diamo la colpa non all’ambiente, ma alle persone; se siamo vittima di un incidente, la gente dà la colpa alla nostra inesperienza o distrazione, non a cause esterne come la strada ghiacciata o errori di altri conducenti.
3. l’effetto sé altro: usiamo spiegazioni esterne per il nostro comportamento e interne per gli altri; se le cose ci vanno male è perchè ci siamo trovati in una situazione troppo difficile, invece le difficoltà degli altri dipendono dalla loro incapacità.
4. il self-serving: vogliamo sostenere la tesi secondo la quale solo i successi
dipendono da noi, mentre gli insuccessi dall’ambiente circostante. Se abbiamo buoni voti è merito nostro, se abbiamo brutti voti è colpa dei professori.